La giornata va… Ma dove? Aeroporti, stazioni, supermercati, negozi, cinema… la gente va. anche lei va, ma sente qualcosa che invece “non” va. Si guarda intorno, cerca uno spiraglio che le possa far riconoscere una specie di assonanza con un’altra faccia, dove si legga, proprio come sulla sua, che qualcosa “non” va, e, per incanto, le spieghi cos’è mai “quel qualcosa che non va”.
Si scosta, appartandosi in un angolo, per guardare il fiume avanzare da una piena impazzita dove, ai suoi occhi, quelle stesse facce diventano, come nelle tele di De Chirico, delle specie di uova lisce e oblunghe; allora pensa: “Ecco! Basterebbe una magia, una pennellata e via“. Guarda l’orologio, è tardi, deve proprio andare, il suo treno parte tra dieci minuti. Si rimette nel flusso stando attenta a non inciampare nei trolley che sembrano bombe a mano semoventi contro gli stinchi. Lei ha tutto sulle piccole spalle, una borsa da un lato e una dall’altro e cosi, quasi fiera di pendere questa decisione , alza davanti a se le braccia per proteggersi e farsi largo. A questo gesto insolito, la gente la guarda e si scansa, lo stupore regna sovrano, perché, forse, crede di trovarsi nel mezzo di una simulazione antiterrorismo, ma finalmente è fatta: lei ha trovato un percorso senza ostacoli. Sale sul treno, prende posto, ora le facce sono contratte nello sforzo di infilare i trolley negli spazzi stretti del portabagagli: quanta ostinazione nell’insistere! Al loro posto lei avrebbe già sistemato il bagaglio sotto i piedi. Si e finalmente seduta con una sola gran voglia nel cuore, chiudere gli occhi, dormire dondolata dal rullo vibrante di quella specie di scatola aerodinamica che è un ETR. Si sveglia alla stazione di arrivo. Grazie a quella corroborante dormita le sembra di non aver nemmeno fatto il viaggio, di essere saltata da un posto all’altro attraverso il corpo astrale… si sente leggera, ma durante la notte accade qualcosa di strano: sogna un’immensa cattedrale gotica stracolma di facce mostruose che si susseguono contro la sua e dove le bocche si deformano agitandosi, senza che nessun suono esca a solcare l’aria, ma anche lei si agita senza parole, è diventata un fantoccio. Di colpo si sveglia, ora le è tutto chiaro, sa ciò che deve fare subito: dovrà, da oggi e per sempre, alzare ancora più in alto quelle braccia forti e dritte avanti a sé e farsi largo!